venerdì 15 maggio 2009

Buono per foderarci la gabbia del canarino

Musi gialli. Come nei film hollywoodiani di serie Z. Così Il Giornale definisce i giapponesi, rei di aver premiato Lamberto Dini per avere promosso la collaborazione culturale tra Italia e Giappone.
Siamo appena agli inizi: una circolare del direttore Mario Giordano impone ai giornalisti (beh, più o meno...diciamo impiegati de Il Giornale, dai, è meglio) di chiamare gli africani “musi neri” o facce di carbone”, aggiungendo battute scherzose sui cannibali con l’osso in testa; i francesi “mangiarane”, possibilmente corredando l’articolo con una foto di un uomo magro in maglietta a righe con baguette sotto l’ascella; per i romeni, rimane valido il precedente ordine di servizio che imponeva la definizione di “zingari alcolizzati”. Continua il dibattito ai vertici di via Negri (guarda caso) su australiani e tedeschi: per questi ultimi “mangiacrauti” sembra demodé e molti preferirebbero “ariani alla senape”, mentre per i cittadini degli antipodi la proposta “canguri surfisti” non ha ancora avuto il beneplacito del direttore e di Filippo Facci, che vorrebbe inserirvi un insulto a Di Pietro in lingua maori. Vani i tentativi della signora delle pulizie di spiegare a Facci che i maori sono neozelandesi.
Nel frattempo oggi la prima pagina del Giornale rivela un umorismo involontario degno del film “Bambola” con Valeria Marini: Giordano ammette di essere razzista, ma solo contro i criminali, mentre Granzotto lamenta che in questo Paese la libertà di stampa vale solo per La Repubblica, che infatti oggi deve difendersi dall’accusa di aver lanciato una campagna denigratoria contro il premier solo per avergli chiesto di chiarire i suoi rapporti con una ex minorenne e la sua famiglia.

Non perdete il Giornale di lunedì: dalla settimana prossima in allegato con il quotidiano le ristampe de “La difesa della razza” di Telesio Interlandi. Collezionatele tutte!




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